Una ricetta a sfondo culturale per creare relazione.
Arriva di corsa qualche secondo dopo l’orario fissato per l’appuntamento, scusandosi come se fosse in ritardo di ore. Con gentilezza e cura ci accoglie nella sala riunione della sua segreteria.
Sembra quasi lusingato di ricevere un’intervista, lui, il Segretario Generale della più grande fondazione filantropica d’Italia, di origine bancaria, che quest’anno compie 25 anni durante i quali ha sostenuto più di 10.000 progetti legati alla cultura, con oltre 750 milioni di euro, per realizzare oltre ai tradizionali interventi di tutela del patrimonio artistico anche molte attività per i giovani, dai laboratori teatrali nelle scuole fino allo start up di imprese culturali.
Incontriamo Sergio Urbani per parlare delle strategie di Fondazione Cariplo per l’Area Arte e Cultura.
Perché, in questo settore, avete deciso di puntare sui giovani e sull’occupazione dei giovani?
Ci spiega che fa parte di una delle tre bussole che Fondazione Cariplo ha preso in carico per il futuro: giovani, benessere e comunità. La comunità come riferimento per le azioni finalizzate al bene comune; i giovani non solo perché la disoccupazione in Italia segna il 40% per gli under 35 (dati ISTAT del 2014 segnano il 47,7%), ma anche perché possono essere il motore dell’innovazione e della nuova imprenditoria; il tutto per generare benessere e coesione sociale.
“La cultura – approfondisce Urbani – va vista non come interesse elitario ma come occasione di relazione, capace di creare prospettive anche economiche e di lavoro per i giovani ma non solo: fuori dalle logiche dei sussidi, è e deve sempre più essere un volano economico territoriale, non evidentemente con logiche di speculazione e di lucro ma in una chiave di sostenibilità; va cercata una ricetta a sfondo culturale per creare relazioni e opportunità economiche”.
Parlando del suo intervento al Workshop sull’Impresa Sociale di Riva del Garda organizzato da IRIS Network, perché ha sottolineato come impresa e sociale devono sempre più compenetrarsi l’uno nell’altro?
“Fare impresa sociale è difficile, si deve lavorare con uguale efficacia su due livelli, quello sociale e quello economico. Ci vogliono tre cose, occorre cogliere tre sfide: una solida base amministrativa, capacità umane – professionali e relazionali – efficaci rispetto all’obiettivo sociale, una spinta d’impresa che sappia conseguire sviluppo ed equilibrio economico”.
Il mondo della cultura è stato in passato, giustamente, assistito da sussidi pubblici e in certi casi si è assuefatto a questo sostegno. Ora la limitatezza delle risorse pubbliche disponibili obbliga a cercare nuovi modelli organizzativi, aprirsi al fare impresa, assumere dei rischi e attivare processi di cambiamento, che spesso si accompagnano con dinamiche di ricambio generazionale, di ri-posizionamento e diversificazione delle attività.
Ecco qui l’importanza del legame con i giovani: i giovani che vogliono lavorare con la cultura stabilmente e con soddisfazione devono passare dalla creazione di questi nuovi modelli.
“Questo vuol dire costruire un percorso che preveda anche linguaggi condivisi, una contaminazione che metta in stretta relazione professionalità diverse, possibile in quanto i contenuti culturali e gli aspetti economici non vanno in direzioni diverse ma anzi si devono tenere stretti; vi è infine un altro aspetto, su cui intende lavorare la Fondazione Cariplo, relativo alla predisposizione di strumenti che possano aiutare l’inserimento di nuove e diverse professionalità nelle imprese sociali, intervenendo su aspetti della loro attività che oggi rappresentano elementi di fragilità, con l’obbiettivo di rafforzarle”.
Troppo spesso si associa l’idea di cultura al passato. In realtà, la cultura ha a che fare molto di più con il futuro, perché apre la possibilità di pensare, desiderare e lavorare insieme per dare un senso nuovo al mondo.
Poche domande ma tanta sostanza. Il nostro incontro con Sergio Urbani finisce qui, dopo neanche un’ora, ma sembra sia passato molto di più. Andiamo a casa con tanti appunti per il futuro e compiti per migliorare ogni giorno la nostra giovane impresa creativa.